Cronologia della Resistenza nel Parmense

Parma, Piazza Garibaldi, 28 ottobre 1943: manifestazione per l'anniversario della Marcia su Roma (foto dello Studio Vaghi, Archivio del Museo del risorgimento di Milano). 1943
• 26 luglio. Anche a Parma la popolazione accoglie la notizia della caduta del regime di Mussolini con manifestazioni di giubilo e distruzioni dei simboli del fascismo.
8-9 settembre. Nella notte tra l’8 e il 9 unità corazzate tedesche occupano Parma ed i maggiori centri della provincia: combattimenti avvengono intorno alla Scuola d’applicazione di Fanteria nel Parco ducale, in Piazzale Marsala e in altri punti della città.
• 9-10 settembre. A Villa Braga, presso Mariano, i dirigenti del Partito comunista italiano si riuniscono clandestinamente e gettano le basi organizzative della resistenza armata contro l’occupazione nazista.
• 15 ottobre. Esponenti dei partiti antifascisti parmensi, aderendo all’analoga iniziativa nazionale, si riuniscono clandestinamente e costituiscono il Comitato di liberazione nazionale (Cln) di Parma.
• Autunno. Si formano le prime bande partigiane di montagna. L’asse stradale e ferroviario Parma-La Spezia, controllato da forti presidi tedeschi per la sua notevole importanza strategica, taglia la provincia in due zone, definendo anche i due territori d’azione della guerriglia partigiana (Est Cisa e Ovest Cisa).
• 25 dicembre. Il giorno di Natale il Distaccamento “Picelli” respinge l’attacco di un reparto fascista a Osacca (Bardi): è il primo combattimento sostenuto da formazioni della Resistenza nel Parmense. Il lavoro di organizzazione dei mesi autunnali inizia a dare i primi risultati e incoraggia nuove e più audaci azioni.
Parma, marzo 1944: volantino dei Gap di Parma (Archivio Isrec Parma).
1944
• Dicembre 1943 - marzo 1944. Altri gruppi partigiani si costituiscono sulle montagne della zona Ovest (il “Betti”, il “Penna”, il “Centocroci”, il “Copelli”) e della zona Est (il “Griffith”). In pianura si organizzano le Sap (Squadre d’azione patriottica), addette al sabotaggio e al supporto logistico della guerriglia, e i Gap (Gruppi d’azione patriottica) per colpire i nemici in città.
• Maggio. Le forze di occupazione tedesca effettuano il primo grande rastrellamento nel Parmense, nella zona del Monte Penna.
• Estate. Il movimento della Resistenza, alimentato anche dai giovani che rifiutano di arruolarsi nell’esercito della Repubblica sociale italiana di Benito Mussolini (il governo collaborazionista con le truppe d’occupazione tedesche), ha la sua massima espansione, tanto che in giugno le forze partigiane controllano intere zone appenniniche nella Val Ceno e nella Val Taro (i “Territori liberi”). Anche nella zona Est numerosi sono i presidi nemici eliminati e i comuni controllati dai gruppi partigiani.
• Luglio. La Wehrmacht sferra un’offensiva per colpire le basi della guerriglia partigiana sull’Appennino tosco-emiliano con tre grandi operazioni di rastrellamento, accompagnate da rappresaglie ed eccidi contro la popolazione civile (efferati, nel Parmense, quelli di Neviano degli Arduini e di Strela di Compiano).
• Agosto-settembre. Si costituiscono il Comando piazza, per dirigere la lotta in città, e il Comando unico operativo (Cuo), per coordinare la guerriglia in montagna. Il numero dei combattenti continua a crescere. Migliorano l’organizzazione e l’efficienza operativa: nella zona Est operano circa 900 uomini divisi in quattro formazioni (12.a e 47.a Brigata Garibaldi, 4.a Brigata Giustizia e Libertà, Gruppo Fiamme Verdi), nella zona Ovest 1.200 partigiani sono organizzati in cinque brigate (1.a e 2.a Brigata Julia, 31.a e 32.a Brigata Garibaldi, Brigata Beretta); in pianura opera la 78.a Brigata SAP.
• 17 ottobre. Un forte reparto germanico, guidato da una spia, sorprende a Bosco di Corniglio il Cuo partigiano: il comandante Giacomo Crollalanza “Pablo” e altri quattro membri del comando cadono uccisi; con essi Gino Menconi comandante della piazza di Parma.
• Novembre. Dal 19 al 26 le truppe tedesche conducono un durissimo rastrellamento contro le formazioni partigiane schierate tra le valli dell’Enza e del Baganza (zona Est Cisa).
Aprile 1945: partigiani durante la liberazione di Salsomaggiore Terme (Archivio Isrec Parma).
1945

• Gennaio. Il giorno 6 reparti italiani e tedeschi iniziano un altro grande rastrellamento contro le unità partigiane nelle valli del Taro e del Ceno (zona Ovest Cisa).
• Inverno. Anche in pianura il movimento partigiano subisce pesanti perdite. Nel dicembre 1944 era morto sotto tortura Domenico Tomasicchio, vice comandante della piazza di Parma, e nel febbraio ’45 Bruno Longhi, dirigente del movimento clandestino, è seviziato a morte dalla polizia tedesca SD; numerosi arresti smantellano la rete cospirativa della Resistenza in città e nella Bassa; in marzo vengono catturati e fucilati anche Gavino Cherchi, capo del Servizio informazioni partigiano, e Ines Bedeschi del Comando militare Nord Emilia.
• Inverno-primavera. Nella fase finale dell’occupazione, mentre continuano quotidianamente gli attacchi partigiani alle principali vie di comunicazione, le truppe tedesche compiono numerose rappresaglie (Villa Cadè, Calerno, Coduro, Soragna). Tra il 24 e il 25 aprile reparti tedeschi in ritirata verso il Po commettono gravi eccidi contro le popolazioni della Bassa: a Casaltone e Ravadese si contano 21 vittime. Alla vigilia della liberazione, tuttavia, il movimento partigiano è in grado di organizzare circa 11 mila uomini, inquadrati in cinque grandi unità militari : le divisioni “Ricci” e “Monte Orsaro” nell’Est Cisa, le divisioni “Val Ceno”, “Val Taro” e “Cisa” nella zona Ovest. Alla loro testa il comandante “Arta” (ingegner Giacomo Ferrari) e il commissario politico “Poe” (professor Achille Pellizzari) nella zona Ovest, il comandante “Colonnello Gloria” (colonnello Paolo Ceschi) e il commissario “Mauri” (avvocato Primo Savani) nella zona Est.
• 26-29 aprile. La liberazione di Parma avviene la mattina del 26 aprile, mentre le operazioni di guerra nella provincia si concludono il giorno 29 con la resa di circa 15 mila soldati tedeschi e fascisti accerchiati nella “sacca” tra Fornovo e Ozzano Taro .
• 9 maggio. Le formazioni partigiane sfilano in città tra la folla plaudente; in piazza Garibaldi, alla presenza delle autorità alleate e italiane e del vescovo, parla Giacomo Ferrari , nominato prefetto di Parma. Al termine della manifestazione le brigate vengono sciolte.